lunedì 28 ottobre 2013

Arrosto Morto (e Risorto)

La domenica é sempre stato giorno di festa a casa mia e mia madre in cucina preparava ogni ben di dio che difficilmente riuscivamo a consumare a pranzo. Questo peró non deve farvi pensare a sprechi in quanto quella saggia donna di mia madre applicava e applica tuttora la semplice regola: se non lo mangi a pranzo lo mangi a cena. Uno di questi manicaretti che spesso, anzi quasi sempre, finiva per essere consumato a cena era il roast-beef (a volte l'arista) che, preparato nei modi consueti riposava poi gran parte della giornata nel suo fondo di cottura, raffreddandosi.

Mangiarlo freddo non é nelle usanze della mia famiglia, io l'ho mangiato per la prima volta pochi anni fa e ne sono rimasto folgorato, quindi mia madre si adoperava per riscaldarlo, solo che sto bel pezzo di carne poteva diventare bello coriaceo se rimesso semplicemente in forno e cosí adottó questa tecnica:
Lo tagliava a fette, non molto spesse, lo ricopriva con il fondo di cottura allungandolo con un buon bicchiere di vino o addirittura con vini liquorosi, quasi sempre il marsala. Non so se sia stato mia madre a battezzarlo così, se sia una ricetta sua, reinterpretato o altro, ma l'Arrosto Morto era sempre una goduria.

sabato 26 ottobre 2013

Pane con farina di mandorle e ricotta home made

Mandorliamo e ricottiamo.

Dopo aver visto foto di pane con noci pecan, uvetta, nocciole, ho voluto provare con le mandorle, ma lasciarle intere sarebbe stato troppo semplice e per nulla innovativo, per questo ho pensato di ridurle in polvere e sostituirle ad una parte del totale della farina, un esperimento.

Come prima prova, ho fatto un pane basso, lasciato lievitare nel cestino di lievitazione. Ha riscosso talmente tanto successo in famiglia, che ho voluto replicare il giorno dopo, ma questa volta dandogli una forma diversa, di un filoncino. Il profumo rilasciato nel pane dalle mandorle è unico ed il gusto tostato si accompagna bene sia con i formaggi (meglio se home made) che con la classica Nutella, per una colazione indimenticabile!

Procediamo con la ricetta. La prima parte è uguale per entrambi i formati, cambierà la parte finale.

venerdì 25 ottobre 2013

Pane con farine miste, pomodori secchi, capperi e basilico

Il panDoro

"Manu, ricordati il contest di Panissimo!" "Hai ragione Gigi, entro domani panifico". E adesso cosa preparo? Nelle regole del contest sono richieste farine "speciali", non le solite grano tenero e grano duro, dunque ho grano saraceno, farro, segale, farina di riso. Scartando grano saraceno e farina di riso, che oggi proprio non mi vanno, rimangono farro e segale, bene. Prendo il libro di Emmanuel Hadjiandreou, "Come si fa il pane", sfoglio e l'occhio cade per l'ennesima volta su di lui, il pane di campagna! È da quando ho deciso di regalarmi questo prezioso libro, che sogno di fare il pane di campagna, un pane rustico, che mi ricorda la natura, la casa nella prateria, lo guardo e sento già l'odore della stalla...ah no, hanno appena arato i campi!! Plof, si ritorna alla realtà. Leggo gli ingredienti, andando subito alle farine: farina per pane, farina integrale, farina di segale, perfetto! Però, la segale è poca rispetto alle altre farine, quindi non sarà un pane tanto strano, 'nnaggia! E se sostituissi la farina integrale con la farina di farro? Eh sì, si può fare ;)), però non sono ancora soddisfatta, manca qualcosa. Cerco tra i vasetti in cucina... cannella, no! rosmarino, no! pepe, non oggi! cumino, nuuuuu nel pane nuuuuuu! timo, no! Eh ma in cucina non c'è una mazza!! Controllo sulla credenza nell'anticamera, chidendo a mio marito di aiutarmi a scegliere che sono senza occhiali e fino a lì in alto non riesco a leggere "Mettici quel ..... che ti pare, non mi chiedere, non lo so!" Bene. Guardo in frigorifero, in cerca di una risposta e vedo lì, nascosto in un angolo, un barattolo di capperi. I capperi nel paneeeee?! Ma sì dai, qualcosa di diverso, non le solite olive (che adoVo) o le solite spezie, ci vuole una botta di vita (chiamasi anche in altro modo). Non del tutto convinta, mi consulto con gli amici farinomani. Lou risponde subito gasatissima suggerendo di aggiungere i pomodori secchi, li ho li ho! Evvai!! Pane con pomodori secchi e capperi, andata! Inizio ad impastare, lascio riposare e mentre taglio i pomodori, mi viene in mente il basilico. Senza esitazione alcuna, ne trito qualche foglia che unisco ai pomodori secchi spezzettati e ai capperi dissalati. Unisco all'impasto e attendo. E nell'attesa che fò? "Gigi, ho deciso per capperi, pomodori secchi e basilico" "Nuuuuuuu, scapucchiona!!" "????" "Ti verrà un pane amaro!! Il basilico non si cuoce in forno!!!" "O.O" E adesso cosa faccio??? Butto tutto??? Senti, chi se ne frega, al limite lo butto dopo, io ci provo...

mercoledì 23 ottobre 2013

Il PanBruco

Ultimamente sto "battezzando" i pani che escono dal mio forno con dei nomi un po' bizzarri, dovuto ad alcune loro caratteristiche, diciamo, peculiari. Il primo ad essere battezzato è stato il Pan...Fondoschiena, per la forma che stranamente ha assunto (diciamo che ho fatto qualche piega bizzarra che ha avuto ripercussioni sull'aspetto finale); il secondo, per l'ingovernabilità della farina e dal suo pessimo indice di assorbimento è stato battezzato PanColla, che abbiamo sbafato quasi del tutto spalmandolo di burro e questo è il terzo bambino: il PanBruco.


martedì 22 ottobre 2013

Frollini e Pasticciotti

Più bella frolla non c'è...


Se state immaginando un orso che, senza grazia alcuna, "volteggia" per la cucina, storpiando il Ramazzotti (non l'amaro, l'altro) con anche un finto accento nasale, mi avrete azzeccato in pieno.

Perché 'sta frolla è davvero saporitissima! Ne ho mangiate tante (ma dai Gigi non si direbbe! con il fisico asciutto che ti ritrovi...) ma questa ha non una, ma tante marce in più. Purtroppo non ricordo chi me l'ha data, chiedo scusa e aggiornerò il post non appena riesco a risalire alla persona, ma una cosa posso farla fin da ora. Ringraziare!

Perché "più bella frolla non c'è!"

domenica 20 ottobre 2013

Festa del montone (1* giorno)

Aïd el Kabir

In questo post, il primo di due, condividerò con voi una festa tanto sentita dai musulmani, anche se non condivisibile da tutti! Eviterò, per questo, di postare foto troppo "crude", che potrebbero urtare la sensibilità di molti. ;)

La giornata dell'Aïd el kabir (letteralmente Festa Grande) inizia con un'abbondante colazione, che vede riunita tutta la famiglia. Per questa occasione, nei giorni precedenti le donne di casa si danno da fare preparando diverse varietà di dolci, più o meno tradizionali.

I biscotti che si vedono in entrambe le foto, simili ai cantuccini, si chiamano fekkas. Sono dei biscotti tipici del Marocco, preparati in casa e serviti insieme ad un ottimo thè alla menta, nelle occasioni più importanti oppure per accogliere un ospite nella propria dimora.

Riporto qui di seguito la ricetta:

venerdì 11 ottobre 2013

Le panarelline

Per una merenda indimenticabile!

La merenda della mia adolescenza è rappresentata dalle ciambelline Mr. Day. Quanto le adoravo e quante ne mangiavo, non riuscivo a farne a meno! Crescendo, ho dovuto privarmi di tanta bontà, per poter riuscire ad entrare nei vestiti (troppe merendine da bambina...), ma il ricordo di quel gusto ineguagliabile (per me), è rimasto indelebile, le mie oapille gustative lo avvertono ancora. Da adulta, ho cercato di ricrearle a casa, ma con esiti negativi, il gusto non era mai lo stesso, c'era sempre qualche cosa che mancava...

lunedì 7 ottobre 2013

Il Babà Rustico v2.0

Una giornata con "l'Apprendista"

Delle prelibatezze (a dir loro, eh!) che escono dalla mia cucina, alcune arrivano fino alla tavola della mia più cara amica, Mary che, fresca sposa, ha tanta voglia di imparare e spesso mi chiede di insegnarle a preparare qualcosa. Nonostante rifugga l'idea di avere le capacità e le competenze per poter insegnare, avendo una giornata libera dal lavoro, l'ho invitata a casa per preparare qualcosa insieme e mostrarle quel poco che credo di sapere.
La scelta di Mary, piuttosto ovvia avendolo assaggiato altre volte, ricade sul mio Babà Rustico, personale rivisitazione di una ricetta di mia madre con la quale amo complicarmi la vita ottenendo in cambio un risultato (perdonami mammà!) nettamente superiore.
L'idea mi venne cogliendo alcune somiglianze tra gli ingredienti della ricetta originale e quelli del normale babà napoletano, che ho avuto modo di preparare altre volte, e un bel giorno mi sono deciso a sperimentare. Il procedimento poco si discosta da quello pubblicato da Adriano Continisio nel suo blog e che potete anche leggere cliccando qui

Una prima versione di questa ricetta ha già visto la luce su alcuni gruppi di Facebook tra i quali anche quello degli Apprendisti Pasticcioni ma aveva un difetto, niente di grave, ma mi dispiaceva non riuscire a presentarlo come si deve: in cottura si gonfiava tanto e appena estratto dal forno si afflosciava immediatamente. Mi consulto anche con Adriano che mi da qualche suggerimento da provare e che mi ero ripromesso di applicare quanto prima.

sabato 5 ottobre 2013

Pizza al piatto, altra versione

Con farina 0 e semola rimacinata

A casa mia la pizza è un appuntamento fisso, la mangiamo almeno una volta alla settimana ed ogni volta si provano nuove versioni, alla ricerca di quella che si adatta meglio ai nostri gusti. Questa volta ho voluto mischiare le farine ed ho allungato i tempi di lievitazione. Ho ottenuto una pizza con un bordo da paura, bello gonfio, morbido e con bolle grandi!

Riporto di seguito la ricetta, con i cambiamenti per ottenere una pizza con farine miste:

mercoledì 2 ottobre 2013

Cronaca di una Grigliata (2)

Cronaca di una Grigliata (2)


Eccallà! Bravo Gigi hai voluto fare lo sborone sul blog e pubblicare le foto della tua prima "weberata"? E mo ne paghi le conseguenze... adesso vi racconto.

Ci eravamo lasciati più o meno così:


con la foto di un povero cucciolo affamato che addenta un osso, nella labile speranza di ricavare un minimo di sostentamento. Ricordate?


martedì 1 ottobre 2013

Tajine di pollo con carote e uva passa

Noi mangiamo con le mani

Quando ero piccola, parecchi anni fà, i ristoranti etnici non erano così diffusi, si potevano contare sulle dita di una mano e sto parlando di Milano, neh! A quei tempi le persone non avevano voglia di sperimentare nuovi sapori, nuovi ingredienti, si rimaneva ancorati alle tradizioni, alla cucina nazionale, questo anche per colpa della poca informazione e del diffondersi di dicerie sulle diverse culture ed usanze, un esempio quello dei ci esi che si cibavano di vermi. A questo proposito, ricordo un viaggio che feci in Thailandia. In giro per le strade di Bangkok, si vedevano banchetti che vendevano cavallette fritte. Mi rifiutai di mangiarle, ma da quello che mi è stato detto, si tratta di un alimento gustoso e nutriente (lascio a voi l'onore di testarne la veridicità, io sono a dieta :D). Ricordo che una volta sentii mia madre affermare che gli africani mangiavano seduti per terra e con le mani, una cosa orribile per noi abituati ad usare tavolo, sedia e posate. Queste parole, in quel momento per me poco comprensibili, hanno continuato a risuonare per parecchio tempo, nella mia testa. Mi chiedevo il perchè di questi usi e costumi, come mai loro non mangiavano come noi, cosa li spingeva a rifiutare sedie e posate (ed è probabile che loro si stessero ponendo le stesse domande, pensando a noi).